martedì 22 dicembre 2015

Mostra a Palazzo Panciatichi

Visioni Diverse è il titolo della mostra dedicata ai fratelli Caporali che si tiene a Firenze a Palazzo Panciatichi dal 22 febbraio al 2 marzo 2008.
All’inaugurazione hanno preso la parola il Consigliere della Regione Toscana Dott.ssa Bruna Giovannini e la storica d’arte Dott.ssa Liletta Fornasari. La Dott.ssa Giovannini ha ricordato il percorso artistico dei due pittori, il contributo che essi hanno dato alla
Diffusione dell’arte contemporanea nella loro città e la loro giusta collocazione nell’ambito del palazzo della Regione Toscana che ospita, fra l’altro, opere di altri artisti aretini.
Riprendendo il discorso, la Dott.ssa Fornasari ha espresso parole di elogio per i due fratelli, così diversi nel loro linguaggio espressivo, ma entrambi decisamente determinati per la conoscenza dell’arte contemporanea in Arezzo. Ha quindi sottolineato l’importanza che ha avuto per la città l’apertura nel 1958, della Galleria d’Arte Moderna L’Incontro ad opera del fratelli Caporali, con la collaborazione dell’architetto Mercantini e del pittore catalano Abel Vallmitjana. Il luogo, divenuto punto di ritrovo degli appassionati dell’arte moderna, è stato il presupposto per la costruzione della “Galleria di Arte moderna” e del “Premio Arezzo” che hanno avuto un ruolo incisivo nella cultura aretina degli anni Cinquanta e Sessanta.
"L’aver dato spazio alle esperienze artistiche del nostro tempo", ha continuato Liletta Fornasari: "ha permesso alla città di Arezzo di assumere una posizione di avanguardia nella Toscana di quegli anni, più di altre città ed anche della stessa Firenze, talmente legata alla tradizione del passato da lasciar passare quasi inosservata l’arte del 900 ed artisti significativi di questo secolo."
Passando ad analizzare il percorso pittorico dei due fratelli, di cui ha ricordato la schietta matrice aretina, ha tenuto a sottolineare come, pur avendo alle spalle gli stesi studi e le stesse influenze artistiche, essi siano pervenuti a linguaggi completamente diversi e ad una propria autonomia espressiva.
Ancora una volta quindi, ha ricordato Firenze, la città che ospita la mostra, e in modo particolare due antenati illustri, i due fratelli Ambrogio e Piero Lorenzetti. Anch’essi lavorarono negli stessi anni, talvolta anche in collaborazione, ma il frutto della loro espressione artistica è talmente diverso, che per lungo tempo si è ignorato lo stretto legame di parentela che li univa tra gli antichi commentatori, Ghiberti ammirava Ambrogio e ignorava del tutto Pietro, Vasari non sospettò neppure che Pietro fosse fratello di Ambrogio.

Un elemento comune nei quadri di Mario e Francesco, ha continuato la Dott.ssa Fornasari: è la luce, ma già da questo punto di partenza si avverte la diversità. In Mario la luce si accompagna al colore per dare vita ad una natura solare, a paesaggi radiosi, positivi, espressioni di un animo estroverso, mentre in Francesco dalla luce prende forma la materia opaca ed indistinti appaiono paesaggi, figure, corpi, che lasciano intravedere sentimenti, stati d’animo.
La pittura di Mario, con una vera e propria esplosione di colore che caratterizza il motivo dominante dei suoi quadri, il paesaggio, è come una rivelazione di una natura felice, quella di Francesco, che predilige nature morte e nudi femminili, ha un carattere intimistico, venato di malinconia.


Fonte: responsabile coordinatore mostre Palazzo Panciatichi


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